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ECOLOGIA E FONTI RINNOVABILI

 

 

I termini “ecologia” ed “energie rinnovabili” sono diventati di uso comune da diversi anni, sia per il loro significato intrinseco, sia  per i diversi problemi ambientali che il mondo deve affrontare e per i quali il genere umano ha una responsabilità rilevante.

Inquinamento atmosferico, disboscamenti, rifiuti tossici, discariche abusive...

Sono i tristi effetti della noncuranza e della negligenza dell’uomo.

 

Negli ultimi anni, il problema ambientale è diventato insostenibile, portando molti paesi verso la via del risparmio energetico, delle fonti rinnovabili e dell’ecologia.

Le energie rinnovabili sono quelle forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani" e il cui utilizzo, non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future.

Sono dunque generalmente considerate "fonti di energia rinnovabile" il sole, il vento, il mare, il calore della Terra, ovvero quelle fonti il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilità nel futuro, mentre quelle "non rinnovabili", sia per avere lunghi periodi di formazione di molto superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili quali petrolio, carbone, gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala dei tempi umana (in particolare l'isotopo 235 dell'uranio, l'elemento attualmente più utilizzato per produrre energia nucleare), sono limitate nel futuro.

 

 

      

Il sole: fonte di energia rinnovabile

 

 

ENERGIA RINNOVABILE E FONTI ALTERNATIVE

 

 

 

I sistemi di riscaldamento solare sono tecnologie ben conosciute che consistono di collettori termici solari, un sistema fluidodinamico per trasferire il calore dal collettore al punto di utilizzo e un serbatoio o una cisterna per lo stoccaggio del calore per usi successivi. Tali sistemi possono essere usati per riscaldare l'acqua domestica, quella delle piscine o per riscaldare ambienti. Il calore può anche essere usato per applicazioni industriali o come sorgente energetica per altri usi, come i dispositivi di raffreddamento. In molte zone climatiche un sistema di riscaldamento solare può fornire una percentuale molto alta (dal 50 al 75%) dell'energia necessaria a riscaldare l'acqua domestica.

 

Negli anni '80 e nei primi anni '90 la maggior parte dei moduli fotovoltaici fornivano energia elettrica soltanto per le regioni isolate (non raggiungibili dalla rete elettrica), ma circa dal 1995 gli sforzi industriali si sono concentrati in modo considerevole sullo sviluppo di pannelli fotovoltaici integrati negli edifici e centrali allacciate alla rete elettrica. Attualmente la centrale fotovoltaica più grande del mondo si trova in Germania (Waldpolenz) con 30 MW di picco e un progetto di estensione a 40 MW, mentre quella più grande del nord America si trova presso

la Nellis Air Force Base (15 MW). Ci sono proposte per la costruzione di una centrale solare nel Victoria in Australia, che diverrebbe la più grande al mondo con una capacità produttiva di 154 MW. Altre grosse centrali fotovoltaiche, progettate o in costruzione, includono la centrale elettrica "Girrasol" (da 62 MW) e il "Parco Solare di Waldpolenz" in Germania (da 40 MW).

 

 

 

BRASILE LEADER NELLE ENERGIE RINNOVABILI

 

 

 

Tra i paesi emergenti o comunque considerati in pieno "boom indistriale" - con Russia, Cina ed India - il Brasile è l'unico che ha una attenta politica ecologica.   

 

In tal senso la cultura brasiliana è fortunatamente già predisposta ad un alto livello di attenzione all'impatto ecologico. forse anche perché negli ultimi decenni ha sofferto del disboscamento dell'Amazzonia, motivo per cui vi sono sempre più proposte
commerciali, anche sulle abitazioni civili, relative a componenti riciclabili o con basso impatto ambientale. Sempre più vi sono proposte che prevedono l'autoproduzione di acqua calda ed il recupero dell'acqua piovana. Inizia timidamente a prendere piede il fotovoltaico ed è già diffusa la tecnologia dell'Eolico.

 

 

     

 

 

Serramenti in PVC (simili al legno ma più resistenti e con meno manutenzione) e mattoni Realizzati mediante una pressa idraulica, eliminando il processo di combustione nel forno a legna. 

 

Il Brasile ha uno dei più grandi programmi per l'energia rinnovabile al mondo, coinvolgendo la produzione di bioetanolo dalla canna da zucchero e di etanolo che ora fornisce il 18% del carburante automobilistico. Come risultato, assieme allo sfruttamento delle locali profonde riserve petrolifere, il Brasile, che in passato doveva importare una grande quantità di petrolio necessario al consumo interno, ha recentemente raggiunto la completa autosufficienza petrolifera.

Il Brasile infatti si aggiudica lo scettro delle energie rinnovabili che nell'intero paese arrivano a soddisfare ben il 47,3% della domanda d'energia (30 aprile 2010 – “Valor Economico”).

Il mondo, rispetto al risultato ottenuto dal Brasile, viaggia ad una velocità ben inferiore infatti la domanda d'energia mondiale soddisfatta tramite energie verdi è soltanto al 13,3%. Prendendo in considerazione i soli paesi sviluppati dell'OCSE, ancora fortemente dipendenti dalle fonti fossili, si scende ulteriormente al 6%.

Il paese sudamericano ha beneficiato d'una politica avviata già da molti anni sulle energie rinnovabili. Soltanto il 38,6% dell'offerta d'energia proviene dal petrolio. Il Brasile è l'unico grande paese non-Opec ad aver dichiarato la propria autosufficienza dal petrolio. Un discreto apporto d'energia rinnovabile arriva dal settore idroelettrico, il 14,9% della domanda interna d'energia. Si distingue anche per aver agevolato da molti decenni la diffusione del bioetanolo, sostituto della benzina prodotto dalla canna da zucchero, spingendo le stesse case automobilistiche a produrre modelli bi-fuel esclusivamente per il mercato brasiliano.

 

Dal 2004 al 2005 il Brasile ha registrato un tasso di crescita dell'economia del +2,5% e un pari incremento del +2,1% nell'offerta totale d'energia. L'esperienza brasiliana dimostra soprattutto che è possibile ottenere energia e crescita economica senza sacrificare l'ambiente o la salute pubblica. In questo momento storico caratterizzato dal caropetrolio e dalle guerre geopolitiche per il controllo del greggio, un'iniezione di fiducia e di speranza è sempre gradita.

 

 

PRODUZIONE RINNOVABILE ITALIANA

 

 

 

 

 

Per lungo tempo (fino a circa i primi anni sessanta) la produzione energetica italiana è stata in larga parte rinnovabile, grazie in particolare alle centrali idroelettriche dell'arco alpino e, in misura minore, dell'Appenino (oltre a quote minori relative alla geotermia in Toscana). Oggi tuttavia, a causa dell'accresciuta richiesta di energia, nonché al quasi esaurimento della possibilità di nuove grandi installazioni idroelettriche, le rinnovabili rappresentano solo quote marginali della produzione.

Nel 2009 l'Italia ha prodotto circa 69,3 TWh di elettricità da fonti rinnovabili, pari al 19,6% del totale di energia elettrica richiesta, con il 15.8% proveniente da fonte idroelettrica e la restante parte data dalla somma di geotermico, eolico e combustione di biomassa o rifiuti. Con tali valori, circa il 90% della produzione rinnovabile è prodotto con impianti definiti "programmabili".

Con tali valori, l'Italia risulta essere il quinto produttore di elettricità da fonti rinnovabili nell'UE-15, seppur ancora lontana dagli obiettivi comunitari previsti, che prevedono la produzione del 22% di energia richiesta da fonte rinnovabile entro il 2010.

 

È da notare, tuttavia, che negli ultimi anni la produzione rinnovabile italiana è cresciuta molto poco o si è mantenuta pressoché stabile, nonostante una forte crescita della fonte eolica (seppur con basse percentuali), a causa di una sostanziale stasi della preponderante produzione idroelettrica, di fatto quasi giunta alla saturazione del potenziale economicamente sfruttabile. A ciò si deve aggiungere che, come detto, l'Italia a differenza di quanto avviene nel resto dell'UE, è l'unica a considerare l'energia prodotta da termovalorizzazione come interamente rinnovabile. Inoltre, nonostante gli incentivi, l'Italia deve anche fare i conti con ritardi legislativi e di adeguatezza delle reti di distribuzione.

  

 

IL FOTOVOLTAICO IN ITALIA

 

Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che sfrutta l'energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico.

Il materiale principale utilizzato è il silicio cha ha la caratteristica di produrre energia elettrica se irradiato dalla luce solare. Lo stesso nome "fotovoltaico" esprime in se tutto il significato della scoperta: "foto" deriva da "luce", "voltaico" deriva da Alessandro Volta, inventore della batteria.

Le celle fotovoltaiche collegate tra loro formano un "modulo", un insieme di moduli compone il pannello solare fotovoltaico da installare sui tetti, terreni o terrazzi e ovunque ci sia un irraggiamento diretto dei raggi solari. I pannelli fotovoltaici stanno ottenendo rapidamente il favore di consumatori e famiglie. Il vantaggio è evidente, infatti investendo in un impianto fotovoltaico casalingo si abbatte il costo dell'energia elettrica per almeno 25-30 anni.

 

Il mercato fotovoltaico italiano, rimasto per molto tempo al palo rispetto ad altri Paesi (come Germania, Giappone, Stati Uniti e Spagna), sta oggi finalmente emergendo e si presenta come promettente e strategico per investitori e produttori direttamente coinvolti nel settore.

Grazie alla delibera n. 90 del 19 febbraio 2007 sono state definite le regole che hanno consentito l’avvio del nuovo  conto energia , il cui maggior successo è stato l’abbattimento del limite annuale precedentemente fissato a 85 MWp di potenza installabile; finalmente anche in Italia iniziano ad esserci condizioni più favorevoli per un importante sviluppo del mercato fotovoltaico, soprattutto perché non limitate al breve periodo. 

 

 

GRANDE IMPIANTO VOLTAICO AD USO INDUSTRIALE (Treviso)

 Impianto parzialmente integrato con una potenza di 39,60 kW,

 composto da 180 moduli marca CONERGY e da 6 inverter

 marca SMA (modello SUNNY MINI CENTRAL 6000A). 

Produzione annua: 47.060 kWh    


 

La crescita del mercato fotovoltaico è stata negli ultimi tempi molto forte, basti pensare che solo nei primi 6 mesi del 2007 la potenza fotovoltaica installata è stata pari a 19 MWp con 1.773 impianti, dato positivo considerando che va ben oltre quanto installato in tutto il 2006.

Ma da allora sono stati fatti altri passi avanti: durante tutto il 2007 infatti, il fotovoltaico in Italia è arrivato a far registrare una crescita record del 300% e siamo ancora all'inizio poiché le potenzialità del mercato italiano non sono state ancora pienamente sviluppate.

 

Nel 2008 la sua crescita è stata del 110% rispetto all'anno precedente, con 146 MWp installati per 11.800 impianti realizzati. 

 

 

IMPIANTO AD USO CIVILE (Treviso)

  Impianto fotovoltaico ad uso civile con

 una potenza di 2,96 kWp 

 

 

 

 

 

 

FONTI: www.wikipedia.it - www.trenergie.it - www.mixter.it